Liceo De Sanctis Roma
IIS Gaetano De Sanctis - Roma
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Dall’8 al 10 marzo scorsi si è svolta a Firenze la fiera “Didacta”, esposizione nazionale di aziende che producono strumenti e materiali altamente tecnologici e funzionali alla realizzazione del Piano “Futura, la scuola per l’Italia di domani” che il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha avviato finanziando le scuole di tutto il Paese nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Il Liceo De Sanctis, già dal mese di settembre, ha iniziato a lavorare sui progetti con un team composto da docenti esperti e guidato dalla nostra dirigente scolastica. Con una piccola delegazione del nostro Liceo, composta dalle sue più strette collaboratrici, la preside si è recata a Firenze nella suggestiva cornice della Fortezza da Basso per valutare insieme ciò che il mercato offre in ambito tecnologico e calibrare conseguentemente gli interventi da attuare per l’innovazione tecnologica e didattica dell’IIS De Sanctis.

Tra gli espositori visitati dalla nostra delegazione, oltre alle aziende tecnologiche, ricordiamo il Ministero dell’Istruzione e del Merito, l’Istituto di ricerca INDIRE con il settore internazionalizzazione Erasmus+ ed eTwinning, il Ministero della Cultura e dello Sport, la Camera dei Deputati e il Senato della Repubblica, la Regione Toscana e diversi Uffici Scolastici Regionali, il Corriere della Sera e tanti altri enti e associazioni che si occupano di giovani e istruzione. Ne sono nati diversi spunti per il prossimo futuro, sempre in un’ottica educativa e formativa che tenga però conto dei cambiamenti sociali in atto e delle nuove sfide che l’età dell’adolescenza pone al mondo degli adulti.

La fiera ha inoltre proposto numerosi momenti di formazione, attraverso seminari e workshop. Con molto orgoglio e viva soddisfazione, la delegazione del De Sanctis ha seguito un importante e prestigioso seminario, tra i migliori proposti, che ha visto la partecipazione di numerosi docenti provenienti da tutte le regioni d’Italia. Il seminario, seguito da un workshop, dal titolo “Paesaggi di confine: pedagogia del patrimonio nella diversità” è stato tenuto dalla prof.ssa Simona Finardi, responsabile della sede di via Malvano, referente del percorso AUREUS e docente di storia dell’arte, e dalla prof.ssa Cristina Mochi, docente di storia dell’arte nelle classi del liceo classico e linguistico delle sedi di via Gallina e via Malvano. Il progetto è nato grazie a una collaborazione con Sapienza Università di Roma come terza missione: l’Università si apre al territorio e alle scuole di Roma in una forma sperimentale e pilota che, in partnership con “Italia Nostra”, propone un percorso PCTO di durata biennale, ideato con il contributo dei docenti del Liceo De Sanctis e di altre due scuole romane coinvolte. Il percorso, dedicato ai paesaggi culturali di confine, intende diffondere consapevolezza sui temi dell’identità e della diversità.

La società globale è chiamata oggi ad interrogarsi sul tema del confine soprattutto nel bilanciamento tra differenti realtà culturali e tensioni legate alle diverse identità: il confine fisico, pensato come spazio di separazione e di incontro, dovrà essere inteso quindi come valico, attraversamento, scambio tra realtà culturali, tra confini e confinamenti. Gli studenti saranno invitati a riflettere sulla storia della nostra città attraverso lo spazio urbano che diventerà lo scenario dell’arte, scenario di sguardi diversi nel confine: territorio e storia dell’arte in azione per tessere il profilo di una città attraversata lungo direttrici sempre trasversali. La Roma patria communis e teatro del mondo sarà ricostruita con la metodologia del storytelling: gli studenti, infatti, saranno coinvolti in una narrazione partecipata avendo l’opportunità di riscrivere la storia culturale cogliendo memorie, emozioni e relazioni. Si andrà a indagare la unitas multiplex che da sempre ha rappresentato il carattere forse più identitario della nostra città, nelle sue contrazioni e distensioni territoriali e sociali.

Partendo dal Pomerium romuleo, anche per il valore sacrale, saranno considerate le mura serviane e la città che cresce sulla riva sinistra lambendo il fiume Tevere, confine naturale e allo stesso tempo passaggio: un unico ponte tra Roma e Veio a segnarne l’attraversamento, protetto dalla figura del Pontifex, carica altissima nell’antichità. E di seguito si indagheranno le mura Aureliane che “agganciano” la riva destra, quella degli stranieri, quella dei borghi e delle nuove realtà nazionali, quasi dei consolati, finanziate da tasse estere; a tale proposito vanno ricordate le scholae peregrinorum, sia per considerare il flusso dei pellegrini cristiani verso le tombe dei martiri, sia per la protezione fornita dai loro presidi militari permanenti. La Roma medievale, descritta anche nei Mirabilia Urbis Romae, è una città cristiana che si integra nei percorsi delle sue antichità e si confronta con realtà culturali e religiose distinte, basti pensare al ghetto ebraico (chiuso da mura con porte aperte il giorno).

Roma cambia nelle sue tante stagioni, si popola e si spopola, attende a nuovi spazi e si apre all’accoglienza, alla cura, all’assistenza non prezzolata. In tale ottica va inteso anche il senso di un habitat narrativo, in cui identità e alterità, spesso si danno la mano. Roma è territorio di scambi e continue migrazioni, di poli diversi, di centri e periferie, di linguaggi antichi e di sperimentazioni. Ne è esempio il Museo Laboratorio della mente, nato nel padiglione 6 dell’ex manicomio di Monte Mario, dismesso a seguito della legge 180 Basaglia del 1978 e oggi riconvertito per la città. Il museo si avvisa con produzioni street art dell’Associazione Muracci nostri e all’ingresso una frase recita USCIRE FUORI ENTRARE DENTRO. Il gruppo Studio Azzurro (nato nel 1983) di Paolo Rosa ha curato dal 2000 l’allestimento di un museo difficile, creato in un luogo di dolore e internamento, la cui storia vorremmo dimenticare. Il museo si racconta grazie alla documentazione di archivio e alla memoria di una storia orale, patrimonio comune. Studio Azzurro ha prodotto così un museo di narrazione con ambienti sensibili, in cui i visitatori possono sperimentare l’interattività nel luogo: dal “muro”, nel quale gravitano persone che ci vengono contro, fino all’istallazione dei “portatori di storie”, frammenti di vissuto raccontate. Il percorso delle sale ci permette di attraversare continuamente quel muro-video interattivo, facendoci capire come essere fuori o dentro dipenda esclusivamente dal punto di osservazione.

Molteplici sono quindi gli stimoli che saranno proposti agli studenti del liceo Gaetano De Sanctis al fine di riflettere sul valore storico, estetico e ambientale del nostro patrimonio culturale in un’ottica interdisciplinare: la scelta di lavorare attraverso la pedagogia del confine costituisce anche un’ottima occasione per abbattere vincoli che spesso ingabbiano il modo di progettare l’attività didattica favorendo il confronto tra docenti di discipline diverse. Il tema del confine, infatti, può offrire stimolanti spunti di lavoro da proporre come attività di educazione civica e progetti PCTO, dal momento che la presa di coscienza della propria identità culturale, il riconoscimento delle diversità e lo sviluppo del senso di responsabilità costituiscono quelle competenze trasversali che gli studenti devono acquisire per essere cittadini consapevoli.
Un sentito ringraziamento alle prof.sse Finardi e Mochi per aver portato il Liceo De Sanctis di Roma tra le pochissime scuole ammesse ai seminari di formazione.

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