In questo anno scolastico la classe IV BS di via Gallina ha accolto Dimitri*, un ragazzo educato, curioso e volenteroso di imparare, fuggito dall’orrore della guerra.
La sua presenza ci rende sempre più consapevoli della fortuna di essere nati lontano da zone in cui la guerra massacra ogni giorno famiglie e intere comunità, situazioni in cui la precarietà della vita è per noi inimmaginabile, in cui sono davvero i padri a seppellire i figli.
Dopo due anni e mezzo sotto le bombe, Dimitri è arrivato in Italia a luglio del 2024.
Dal suo arrivo, però, la lingua si è rivelata un ostacolo per la sua integrazione. Dimitri si è sforzato molto per capire e farsi capire, ma non parlava né l’italiano né l’inglese e dunque i compagni di classe usavano il traduttore sul cellulare per comunicare con lui, un metodo assai scomodo.
Non solo comprendere le lezioni, ma anche scambiare qualche parola con i compagni e stringere amicizie si sono trasformati per lui in un grande sforzo.
Ma quando c’è la volontà di aiutare i mezzi si trovano e gli studenti del De Sanctis di volontà ne hanno da vendere.
Dimitri ha seguito un corso di italiano a scuola, durante il quale ha imparato i termini più semplici; tuttavia, per accorciare le distanze con lui i suoi compagni hanno deciso di acquistare per lui un traduttore simultaneo, che gli permetta di comunicare con chi gli sta intorno e lo aiuti ad integrarsi più facilmente e a continuare i suoi studi. Dimitri ha raccontato che, nonostante le difficoltà dell’istruzione a distanza attuata in situazione di guerra nel suo paese, vorrebbe proseguire il suo percorso di studi per diventare un medico.
“Purtroppo” – raccontano i compagni di classe – “la scuola ucraina ha chiesto ai professori di portare Dimitri sul piano accademico allo stesso livello della classe, cosa pressoché impossibile. Però lui si sta impegnando molto e noi lo apprezziamo. Non siamo riusciti a integrarlo del tutto nella nostra classe, ma pian piano, ora che potremo parlarci più facilmente, rafforzeremo i legami. La nostra è sempre stata una classe molto unita, dunque abbiamo sin da subito voluto includere il nostro nuovo compagno di classe e ci sentiamo in dovere di provvedere a ciò che gli adulti non hanno ancora pensato o non hanno potuto fare.” Il traduttore, che ha un costo di circa 300 euro, ha rappresentato un impegno economico non indifferente per i ragazzi. All’acquisto ha contribuito anche la classe IIID piccolo club “Interact”, un programma patrocinato dal Rotary International Club Olgiata Veio con lo scopo di promuovere la cittadinanza attiva e il servizio alla comunità per apportare un cambiamento positivo concreto nella società. Così l’Interact ha contribuito con 100 € dal proprio fondo finanziario, mentre i compagni di classe hanno raccolto tra loro i restanti 200€.
Questo gesto evidenzia come l’inclusione, l’amicizia e la solidarietà parlino una lingua universale: nel momento in cui un coetaneo si trova in una situazione difficile sono proprio questi valori che costituiscono una solida base attraverso cui accorciare le distanze, scavalcando le barriere poste dalle differenze linguistiche e culturali.
Noi studenti del De Sanctis aspettiamo quindi che Dimitri riceva il suo traduttore per poterlo intervistare e scoprire tutto ciò che ha da raccontarci.
La sua presenza ci rende sempre più consapevoli della fortuna di essere nati lontano da zone in cui la guerra massacra ogni giorno famiglie e intere comunità, situazioni in cui la precarietà della vita è per noi inimmaginabile, in cui sono davvero i padri a seppellire i figli.
Dopo due anni e mezzo sotto le bombe, Dimitri è arrivato in Italia a luglio del 2024.
Dal suo arrivo, però, la lingua si è rivelata un ostacolo per la sua integrazione. Dimitri si è sforzato molto per capire e farsi capire, ma non parlava né l’italiano né l’inglese e dunque i compagni di classe usavano il traduttore sul cellulare per comunicare con lui, un metodo assai scomodo.
Non solo comprendere le lezioni, ma anche scambiare qualche parola con i compagni e stringere amicizie si sono trasformati per lui in un grande sforzo.
Ma quando c’è la volontà di aiutare i mezzi si trovano e gli studenti del De Sanctis di volontà ne hanno da vendere.
Dimitri ha seguito un corso di italiano a scuola, durante il quale ha imparato i termini più semplici; tuttavia, per accorciare le distanze con lui i suoi compagni hanno deciso di acquistare per lui un traduttore simultaneo, che gli permetta di comunicare con chi gli sta intorno e lo aiuti ad integrarsi più facilmente e a continuare i suoi studi. Dimitri ha raccontato che, nonostante le difficoltà dell’istruzione a distanza attuata in situazione di guerra nel suo paese, vorrebbe proseguire il suo percorso di studi per diventare un medico.
“Purtroppo” – raccontano i compagni di classe – “la scuola ucraina ha chiesto ai professori di portare Dimitri sul piano accademico allo stesso livello della classe, cosa pressoché impossibile. Però lui si sta impegnando molto e noi lo apprezziamo. Non siamo riusciti a integrarlo del tutto nella nostra classe, ma pian piano, ora che potremo parlarci più facilmente, rafforzeremo i legami. La nostra è sempre stata una classe molto unita, dunque abbiamo sin da subito voluto includere il nostro nuovo compagno di classe e ci sentiamo in dovere di provvedere a ciò che gli adulti non hanno ancora pensato o non hanno potuto fare.” Il traduttore, che ha un costo di circa 300 euro, ha rappresentato un impegno economico non indifferente per i ragazzi. All’acquisto ha contribuito anche la classe IIID piccolo club “Interact”, un programma patrocinato dal Rotary International Club Olgiata Veio con lo scopo di promuovere la cittadinanza attiva e il servizio alla comunità per apportare un cambiamento positivo concreto nella società. Così l’Interact ha contribuito con 100 € dal proprio fondo finanziario, mentre i compagni di classe hanno raccolto tra loro i restanti 200€.
Questo gesto evidenzia come l’inclusione, l’amicizia e la solidarietà parlino una lingua universale: nel momento in cui un coetaneo si trova in una situazione difficile sono proprio questi valori che costituiscono una solida base attraverso cui accorciare le distanze, scavalcando le barriere poste dalle differenze linguistiche e culturali.
Noi studenti del De Sanctis aspettiamo quindi che Dimitri riceva il suo traduttore per poterlo intervistare e scoprire tutto ciò che ha da raccontarci.
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*Nome di fantasia, per tutelare la privacy del ragazzo
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