Come ogni anno il nostro Liceo ha dato il via alle lezioni con l’accoglienza dei nuovi iscritti delle classi prime. Al suono della campanella, alle otto in punto, tutti insieme nell’atrio della sede centrale e negli spazi più grandi delle sedi succursali per il saluto di benvenuto da parte del dirigente scolastico e dei suoi collaboratori.
Questo però non è un anno come gli altri. I fatti di cronaca che hanno insanguinato l’estate e hanno visto protagonisti adolescenti o giovani adulti hanno profondamente colpito l’opinione pubblica. A prescindere dai singoli casi, che saranno valutati da esperti giuristi e specialisti in problematiche psicopatologiche, la preoccupazione dei genitori e degli insegnanti rispetto all’incremento del disagio adolescenziale non può essere ignorato. È per questo che la nostra preside ha voluto incontrare i genitori, concordando con il suo staff le tematiche da affrontare anche nelle sedi succursali. La risposta delle famiglie è stata molto incoraggiante: tanti genitori si sono detti preoccupati ma fiduciosi nell’attenzione che la nostra scuola dedica al benessere dei loro ragazzi.
“Ce la possiamo fare soltanto insieme!” – ha detto la preside Chimienti esortando i genitori a fidarsi della scuola, dei docenti e di partecipare numerosi alle iniziative di formazione sulla genitorialità organizzate dal nostro liceo, in collaborazione con psichiatri e psicologi di altissimo livello. “Sappiamo bene che questo nostro lavoro quotidiano accanto a più di 1.800 studenti sarebbe vano se non ci fosse il supporto proattivo delle famiglie. Dobbiamo lavorare insieme con i genitori, gomito a gomito, per far sbocciare nuovi adulti responsabili e consapevoli. Organizzeremo incontri di approfondimento sui temi più scottanti (l’ansia, la valutazione, il rapporto con i social e la tecnologia, la prevenzione delle dipendenze, il dialogo educativo in famiglia e a scuola) per condividere insieme il percorso, i metodi e gli obiettivi finali. Non riusciamo a immaginare una scuola che non sia comunità, così come non possiamo immaginare una scuola che non presti attenzione ai desideri e ai sogni delle ragazze e dei ragazzi che stiamo aiutando a crescere”.
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