Nei giorni del 21 e 22 Maggio 2025 si è svolto un convegno internazionale presso lo “Istituto Romagnoli” per celebrare i cento anni dalla sua fondazione. I due giorni di convegno hanno rappresentato un’occasione per celebrare e riflettere sulla metodologia elaborata dal prof. Romagnoli, non vedente lui stesso, per formare ed educare bambini e ragazzi ciechi. Il Liceo “Gaetano De Sanctis” è stato invitato a partecipare e ad intervenire in quanto scuola inclusiva frequentata anche da alunni non vedenti.
Il primo giorno è stato dedicato ad incontri istituzionali volti ad attualizzare gli insegnamenti del prof. Romagnoli. Interessante in particolare l’intervento del pedagogista, ex alunno dell’istituto Romagnoli, prof. Stefano Salmeri, che evidenzia come le ultime scoperte scientifiche confermano che leggere la scrittura Braille con le dita attiva una modalità intermodale delle aree cerebrali, oltre ad aree collegate alla capacità visiva. Quindi, afferma, che la vista non è solo vedere con gli occhi ma, per le persone non vedenti, è ricostruire un’immagine mentale a partire da diversi canali sensoriali.
Tra i tanti partecipanti accenno al prof. Stéphane Gaillard de “Institut National des Jeunes Aveugles” di Parigi, istituto che Braille stesso frequentò. Oltre a raccontare come Luis Braille è approdato al suo innovativo metodo di scrittura, il prof. Gaillard riferisce come la scrittura Braille sta affrontando nuove sfide collegate all’avvento delle moderne tecnologie, che, utilizzate senza una attenta valutazione, potrebbero mettere in pericolo l’esistenza stessa della scrittura Braille.
Il pomeriggio del primo giorno è stato destinato agli interventi commossi e nostalgici degli ex alunni dell’istituto Romagnoli. Le descrizioni fatte evocano un passato di libertà, giochi, sport e sperimentazioni nel parco, nella palestra e nei laboratori dell’istituto, attività che hanno permesso loro di affrontare in autonomia la successiva formazione e la vita. Di queste attività sono testimonianza alcune foto e diversi strumenti e sussidi didattici presenti in una esposizione dedicata, spesso anche spiegata direttamente da chi era presente negli anni settanta, come il figlio del preside Enrico Ceppi, cresciuto nell’istituto e ora formatore lui stesso.
Il secondo giorno è stato dedicato ad una tavola rotonda tra i direttori dei corsi di specializzazione del Lazio. Nel pomeriggio diverse scuole, a partire dalla primaria, hanno presentato le loro buone pratiche.
Nell’ambito di queste presentazioni ho avuto il privilegio di esporre alcune delle attività e dei progetti messi in atto in una classe di liceo linguistico frequentata anche da un alunno non vedente. Le attività sono state realizzate grazie alla collaborazione della docente di sostegno Sabrina Oppedisano, della tiflodidatta Silvia Ferretti e dell’intero consiglio di classe. Gli interventi spaziano da una sessione di atletica inclusiva con un allenatore specializzato, a visite culturali con attività tattili a un lavoro di gruppo contro il bullismo accessibile a tutti attraverso la scrittura anche in Braille.
In conclusione, questo convegno ha descritto come a partire da 100 anni fa, dei criteri all’avanguardia hanno permesso a generazioni di persone cieche di vivere appieno la loro vita sotto tutti i punti di vista. Il prof. Romagnoli, tornando in Italia sul transatlantico “Conte Biancamano” dal convegno internazionale “World conference on work for the blind” svoltosi a New York, ebbe a scrivere: “Che cosa si figura il cieco del cielo stellato? Nulla, fino a che non se ne sente parlare; poi si figura quello che gli se n’è detto”. (“Idee di luce e di colore”, 1909)
Il nostro compito di educatori è anche quello di descrivere il cielo stellato, per tutti.
Cristina Minore
Insegnante del Liceo “De Sanctis”
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